Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, l’associazione Libera – nomi e numeri contro le mafie celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome. Dal 1996, ogni anno, in una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai.

Il 21 marzo viene commemorato in tanti luoghi del nostro Paese per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere.

Vittoria De Lutiis, del coordinamento di Libera Veneto, è la Voce alla finestra che ci racconta la necessità di fare memoria per contrastare la criminalità organizzata:

«Un elenco che termina sempre con il nostro saluto a tutte le vittime che ancora non consociamo e delle quali speriamo di ricostruire la storia. È un momento solenne questo. Ogni anno torni a casa con un nome diverso e scopri una storia, non solo una vittima di mafia. C’è il desiderio di stare insieme agli altri per dire ai famigliari delle vittime “c’è qualcuno con voi in questo percorso”. Il 21 marzo non è solo di Libera ma di tutti coloro che condividono i valori e lo spirito di questa giornata».

E il Veneto non può dirsi estraneo al fenomeno mafioso anche se le organizzazioni criminali qui si muovono in maniera meno eclatante:

«È importante parlare anche delle responsabilità  dei territori più produttivi, e in Veneto abbiamo più esempi: il traffico di rifiuti, l’inquinamento da Pfas con un processo aperto, lo scandalo del Mose, una grande devastazione ambientale. Non sempre sono atti mafiosi, ma sono comunque gravi» spiega Vittoria De Lutiis che ci ricorda come «la mafia è nata al sud, ma al sud è nata anche la prima vera resistenza alle mafie».

 

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